Nel
suo atelier fiorentino, il profumiere Lorenzo Villoresi crea le
inconfondibili fragranze che hanno conquistato il mondo. La
squisita accoglienza del team formato da Angela Banti e Ilaria
Guasco; la disponibilità …del padrone di casa nel rispondere alle
nostre domande e il suo genuino entusiasmo per la propria arte;
l’atmosfera elegante del salone di uno splendido palazzo del
quattrocento con spettacolare vista sul centro di Firenze.
Immaginate
di vivere un’esperienza del genere mentre i vostri sensi sono
accarezzati da un universo di fragranze uniche e raffinate: capirete
perché una visita all'atelier di Lorenzo Villoresi, può diventare
qualcosa di indimenticabile.
D
- Quando e in che modo si è avvicinato al mondo incantato dei
profumi?
R
- Ho scoperto l’amore per le fragranze nel 1981, in occasione del
mio primo viaggio in Medio Oriente, in particolare nei mercati e tra
i venditori di essenze e profumi del Cairo. Ricordo
in particolare l’estratto di Gelsomino e l’olio essenziale di
Sandalo. E poi una strana crema, una specie di gel rosso, realizzato
con il Musk.. Inoltre una assoluta
ottenuta dalle foglie di pomodoro e il profumo dell’acqua di rose
utilizzata nei narghilé.
Da
allora le essenze, le spezie e le fragranze sono diventate una
passione, che ho coltivato parallelamente agli studi universitari di
filosofia e religioni antiche. Ho iniziato a fare mille esperimenti,
studiando ogni tipo di pubblicazione che riuscivo a reperire sulle
piante, le essenze, la profumeria e cosmetica, la distillazione e la
produzione di materie aromatiche di ogni genere.
D
- Quale è stato il percorso professionale che l'ha portata a
diventare una vera e propria autorità in materia?
R
- Ho trasformato la mia passione per i profumi in professione, dopo
una decina di anni di esperimenti, prove e studi di vario genere. Il
tutto è avvenuto gradualmente, ma anche molto intensamente, in
particolare nei primi 5 anni di attività dove fragranze e prodotti
realizzati per terzi si alternavano alla creazione dei primi profumi
e altri articoli con il nostro marchio.Le
mie prime creazioni erano relativamente semplici, talvolta
monotematiche (Vetiver, Patchouli, Sandalo, ecc.), altre volte di
fantasia, ma sempre caratterizzate dalla forte presenza di essenze
naturali rare e preziose.
D
- Cosa consiglierebbe ad un giovane che volesse seguire la sua
strada?
R
- Un consiglio? Ovviamente quello di acquisire una solida competenza
specifica, studiare tanto, non stancarsi mai di apprendere e di
approfondire il proprio bagaglio di conoscenza sugli ingredienti,
sulle grandi creazioni del passato, sulle nuove materie prime e tanto
altro. Purtroppo in Italia non esistono scuole specialistiche per il
nostro settore. Ci sono delle buone scuole in Francia, ma a parte il
costo elevato e il disagio di un trasferimento all’estero, vi si
accede solo dopo una laurea in chimica e forniscono una formazione di
tipo molto tecnico e orientata all’industria. Ma è importante fare
una precisazione: non tutti quelli che amano la musica e hanno un
buon orecchio musicale diventano poi grandi musicisti o compositori
così come non basta avere buon olfatto e passione per i profumi per
diventare un buon profumiere.
Come
per tutte le professioni creative una certa dose di talento naturale
è indispensabile; poi è importante avere talento artistico e
sensibilità . Tutti i sensi devono essere aperti e recettivi alla
bellezza, all’armonia, ai suoni, alle immagini, alla natura e
soprattutto alle persone. Solo questa sensibilità e questa capacitÃ
di gioire con tutti i sensi danno al profumiere la capacità di
creare fragranze davvero piacevoli, originali ed affascinanti.
Gli
aspetti positivi di questa professione sono quelli comuni a tutte le
professioni creative. C’è la possibilità di esprimersi
liberamente e dar corpo ai propri ideali e ai propri sogni. Quelli
negativi sono quelli comuni a tutte le professioni indipendenti: non
ci sono orari e ci si assumono tutti i rischi imprenditoriali ed
economici.
D - Quale è il suo metodo
di lavoro e, in definitiva, come nasce una nuova fragranza?
R
- Le ispirazioni sono molteplici e diversificate. Spesso cerco di
ricostruire olfattivamente l’atmosfera di luoghi o epoche veri o
immaginari. Dilmun è un antico paradiso mesopotamico dove abitava il
sole; Alamut è una mitica fortezza che nasconde al suo interno
giardini bellissimi e favolosi tesori; Yerbamate si ispira alla
vastità verde, naturale, degli altipiani sudamericani; Teint de
Neige è un’ ode alla femminilità delicata della Belle Epoque;
Piper Nigrum è l’evocazione dell’inebriante odore di una
carovana di spezie che attraversa il deserto. Una delle mie fragranza
più recente, Aura Maris, vuole celebrare lo splendore aspro e
magnifico del Mediterraneo e delle terre che vi si affacciano.
D
- Potrebbe
rivelarci l'identità e le preferenze di qualche suo cliente noto?
R
- Sono per fortuna molti e vanno da famosi attori a rockstar, da
personaggi politici a principesse arabe. Tuttavia la maggior parte
delle persone che richiedono una fragranza personalizzata sono
persone non famose, ma molto appassionate di profumi e per le quali
le fragranze e gli odori in generale occupano una parte importante
della loro vita.
D
- Può
illustrare ai nostri lettori in cosa consiste il progetto denominato
l'”Accademia”?
R
- Il progetto nasce come estensione della nostra attuale attività ,
con una serie di arricchimenti. Abbiamo sempre avuto una vocazione
culturale e informativa riguardo al mondo della profumeria; la nostra
sede passa da 125 a circa 1.500 metri quadri di estensione con un
giardino di aromi, un centro informativo, una biblioteca, varie
collezioni di aromi, il negozio, gli spazi per eventi, corsi e
seminari. Tutto ciò per offrire informazione e intrattenimento,
oltre alla possibilità di conoscere tanti tipi di aromi diversi.
Fra
le molte attività di tipo più divulgativo, organizzeremo anche dei
corsi più strutturati per iniziare a formare quelli che potrebbero
diventare i creatori di profumi del futuro.
D
- Lei
è un profumiere indipendente che, nell'epoca della globalizzazione,
è rimasto fedele alla sua città . Quale è il suo rapporto con
Firenze e la Toscana?
R
- Il rapporto con Firenze, rispetto alla nostra attività è stato
fondamentale fin dall’inizio; una condizione indispensabile per la
realizzazione di vari prodotti, articoli e accessori;sia per
l’importanza storica di tutto l’indotto artigianale, sia per
l’eredità artistica che molti artigiani portano con sé, come
naturale proseguimento dell'attività delle botteghe del
Rinascimento.
In
questo senso quindi si può dire che noi facciamo tesoro di questa
straordinaria eredità e del savoir-faire artigianale-artistico che è
l’essenza del Made in Italy.
Su
un altro fronte mi piacerebbe – ma per ora è solo un sogno –
coltivare nella campagna intorno a Firenze, alcune piante per la
distillazione e l’estrazione, in modo da creare un ciclo
praticamente completo. Una buona parte delle più importanti piante
utilizzate per l’estrazione in profumeria potrebbero benissimo
essere coltivate in Toscana, così come un tempo non c’era molta
differenza fra una rosa della Liguria e una della poco distante
Grasse.
PICCOLE
CURIOSITA' LETTERARIE.
-
Ne “L'asino d'oro” di Apuleio, Lucio è ospite in Tessaglia, a
casa di Milone, la cui moglie Panfila è una maga. Lucio conquista la
fiducia della servetta Fotide che lo fa assistere ad un incantesimo
della padrona che, spalmandosi di un unguento profumato, si trasforma
in gufo. Lucio vorrebbe fare altrettanto, ma sbaglia unguento (e
profumo) e, pur mantenendo coscienza umana, si trasforma in asino.
-
La parola “naso” ci rimanda a Rostand (Cyrano de Bergerac) e
Pirandello.
-
Oltre al notissimo e recente Suskind e a Proust, anche Baudelaire
cantò il potere evocativo dei profumi.
-
Altri autori italiani che hanno scritto sui profumi sono Montale e
D'Annunzio e, per finire questa breve carrellata, il protagonista de
“Il gattopardo” di Tomasi di Lampedusa si addormenta in uno
splendido giardino siciliano dove mille, inebrianti profumi la fanno
da padrone.
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