Siamo in
autostrada e mio marito propone un programma musicale niente male:
Mingus, Tom Waits, Rosa Balistreri, De Andre, Nick Cave.
-Mi
sembra ...leggerissimamente fuori contesto.- osservo.
Luca
supera due tir che vanno a bassa velocità , rientra in corsia di
marcia e mi dedica uno sguardo che conosco bene; è quello di un
taciturno in procinto di cedere al desiderio latente di lanciarsi in
una conversazione.
-Quanti
autori ha, di solito, una canzone?- chiede.
-Uno,
due, rare volte tre.- rispondo.
-Per
scrivere “Cicale”, che potrebbe sembrare una canzone per bambini,
con una melodia semplice e un testo che, oltre a essere
(apparentemente) un inno alla banalità è pure insolitamente breve,
si sono scomodati in cinque!-
Come San
Tommaso ...voglio toccare con mano Wikipedia e leggo: Alberto Testa,
uno dei maggiori autori di canzoni in Italia; Tony De Vita, noto
compositore e direttore d’orchestra; Silvio Capitta, produttore e
autore televisivo; Franco Miseria, ballerino e coreografo; Antonio
Ricci, futuro guru (eravamo nel 1981) della tv e della comunicazione.
La cosa
stava diventando intrigante!
-Dietro
l’apparente banalità del testo c’è di che riflettere e si può
scoprire un mondo di argomenti e spunti di discussione: basta saperli
cogliere. Ciò che viene presentato come modello di estremo
disimpegno, a un esame più attento, può rivelarsi tutt'altro.-
-Come ne
“La lettera rubata” di Poe: il modo migliore per nascondere
qualcosa è metterlo sotto gli occhi di tutti!-
-E’ uno
dei motivi per cui amo mia moglie: suoniamo spesso gli stessi accordi
cerebrali! Senza prendere in esame tutto il testo, limitiamoci a
un’unica, semplice frase: “Per cui la quale, cicale, cicale,
cicale”! –
Il
meccanismo, oramai era in moto e non avevamo certo intenzione di
bloccarlo.
Effettivamente
il no-sense di “Per cui la quale”, simboleggia perfettamente le
locuzioni alla moda, stucchevole ingrediente di troppe conversazioni
(dall’obsoleto “cioè” degli anno ’70, all’insopportabile
“piuttosto che” dei giorni nostri). Ma incarna anche i luoghi
comuni con cui i politicanti infarciscono i loro discorsi; avete
presente Nuntereggae più di Rino Gaetano: “Mi sia consentito dire,
il nostro è un partito serio, nella misura in cui, disponibile al
confronto, alternativo, alieno a ogni compromesso”!
La frase
rappresenta sicuramente un monito lanciato dagli autori (con Ricci in
testa, credo) riguardo l’Armata Brancaleone di maestri di pensiero
e di sofismi; esperti tuttologi; opinionisti; pseudo-intellettuali;
rivelatori di verità già rivelate; predicatori di varia natura che,
nei decenni successivi, avrebbe tracimato dagli schermi televisivi:
dall’urlatore Sgarbi, fino al filosofo dell’ovvio Gramellini.
E’ uno
dei motivi per cui amo mio marito: suoniamo spesso gli stessi accordi
cerebrali! Ci siamo tuffati sul testo intero della canzone, come
assetati in una pozza d’acqua (e l'abbiamo prosciugata fino
all’ultima goccia).
E’
stata una conversazione buffa e seriosa; un po’ no-sense, un po’
profonda; che ci ha piacevolmente coinvolti e ha fatto dimenticare lo
scorrere del tempo. Un dialogo che, (...mi sia consentito dire), mi
permetto di definire arguto e intelligente; interrotto al momento
giusto, prima di perdere freschezza, quando una voce femminile
campionata ha intimato: “Inserire il biglietto” (non abbiamo il
telepass)!
Eravamo
arrivati a destinazione senza neanche rendercene conto.
Luca paga
il pedaggio, indugia un po’ troppo, ci pensa su (come volesse
domandare qualcosa ...alla signorina nascosta nel macchinario),
riparte e mi dedica uno sguardo che conosco bene: è quello di un
taciturno che sta per esser preda di un attacco di bulimia oratoria.
Precarizzazione?
Implicazioni tra uomo e macchina nel mondo del lavoro? Tutti
argomenti interessanti certo, ma sono preda di un languido
rilassamento e, soprattutto, sono satolla di tutte le frasi che mi
hanno appena divertita, coinvolta, interessata: voglio digerire in
pace!
Alzo
leggermente la radio e socchiudo gli occhi; Luca recepisce il
messaggio (è un altro dei motivi per cui amo mio marito) e si
concentra nella guida, mentre le dolci note di “My favorite things”
saturano l’abitacolo.
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