Abcinema: abbecedario della settima arte

ABCINEMA:ABBECEDARIO DELLA SETTIMA ARTE
di MONICA INNOCENTI e LUCA COSCI
MIMESIS EDIZIONI MILANO, 2013

Il libro “Abcinema: abbecedario della settima arte” è uscito nel 2013 per Mimesis Edizioni Milano, ha come protagonista il cinema e si propone di far conoscere meglio, soprattutto ai non addetti ai lavori, quel percorso appassionante che, partendo da un’idea, porta ad un film fatto e finito.
Non c’è modo migliore per comprendere questo percorso, che chiedere a chi è competente in materia ed è per questo che, insieme a mio marito che è coautore, abbiamo pensato di intervistare persone appartenenti a molte delle categorie che lavorano alla realizzazione di un’opera cinematografica, fino ad arrivare ai critici e agli storici del cinema che, per mestiere, la giudicano.
Il libro è diviso in tre parti. La prima è dedicata ai vari “mestieri del cinema”, preceduti da una breve introduzione che li presenta, con interviste a: Antonio Avati (produttore); Dardano Sacchetti (sceneggiatore); Paola Comencini (costumista e scenografa); Raoul Torresi (direttore della fotografia); Barbara Enrichi, Monica Guerritore, Gianfelice Imparato, Maria Rosaria Omaggio (attori); Mirco Garrone (montatore); Andrea Guerra (autore colonne sonore); Claudio sorrentino (doppiatore). 
La seconda è dedicata ai registi con interviste a: Fabrizio Cattani, Guido Chiesa, Alessandro Di Robilant, Ursula Ferrara (cinema d’animazione); Luca Miniero, Gianfranco Pannone (documentarista), Costanza Quatriglio.
La terza è dedicata a critici e storici del cinema, con interviste a: Aldo Bernardini, Gianni Canova, Flavio De Bernardinis, Claudio Masenza, Paolo Mereghetti, Marco Vanelli.
Le domande che compongono le interviste sono 11; le prime 5 sono personali e hanno lo scopo di presentare, in modo semplice e diretto, le varie figure professionali che concorrono alla realizzazione di un film. Le successive 5 sono utili a farsi un’idea, il più possibile precisa, dello stato di salute dell’industria cinematografica in generale e di quella nazionale in particolare. L’undicesima e ultima della serie è praticamente obbligata, dato che riguarda i gusti cinematografici del personaggio intervistato.

DOMANDA 1
Quando e in che maniera si è manifestata la sua passione per il cinema?
DOMANDA 2
A che punto della sua vita, ha capito che questa grande passione poteva diventare una professione?
DOMANDA 3
Qual è stato il percorso teorico e/o pratico, che l’ha portata a diventare un professionista?
DOMANDA 4
Ha un metodo di lavoro standard (che magari ha affinato e perfezionato nel corso della carriera) o ha, per istinto o per necessità, un approccio diverso da film a film?
DOMANDA 5
Ci sono colleghi dei quali ha subito l’influenza o di cui ha particolarmente apprezzato le qualità?
DOMANDA 6
Sospendendo il giudizio sui film dichiaratamente di cassetta (che hanno comunque una loro ragion d’essere) qual è, dal punto di vista squisitamente artistico ed espressivo, la sua opinione sul momento che sta attualmente vivendo il cinema italiano (confrontandolo magari con le realtà di altri Paesi)?
DOMANDA 7
Gli aiuti statali all’industria cinematografica, classificabili in contributi automatici, finanziamenti selettivi e sgravi fiscali, contribuiscono largamente alla difesa della famosa “diversità culturale” che accompagna il cinema di qualità, che non viene così lasciato in balia del mercato (caratterizzato tra l’altro da una concorrenza tutt’altro che perfetta).
Ma possono dar vita anche a fenomeni parassitari di clientelismo ed inefficienza al punto che, provocatoriamente, c’è chi ne ha proposto l’abolizione.
Qual è la sua opinione in proposito, in relazione anche al contesto particolare, alla mentalità e alle caratteristiche del nostro Paese?
DOMANDA 8
Secondo la sua esperienza quali proposte, non necessariamente di carattere finanziario ma comunque mirate a salvaguardare la nostra industria cinematografica e le tante persone che ci lavorano, si potrebbero fare ad un ipotetico ministro della cultura disposto ad accoglierle?
DOMANDA 9
Numerose pellicole uscite nel nostro Paese negli anni sessanta e settanta, fecero accompagnare una parte della produzione cinematografica di quel periodo ad aggettivi come politico, militante, impegnato.
In anni a loro modo altrettanto complicati come quelli che stiamo vivendo, sono definizioni ancora attuali? E il cinema ha ancora la forza di influenzare il pensiero del pubblico? E' sempre capace di creare consapevolezza nelle persone?
DOMANDA 10
E’ possibile che internet, dopo essere stato il diavolo che permette di scaricare film illegalmente, si trasformi in angelo custode in grado, grazie alle infinite possibilità delle nuove tecnologie, di favorire la produzione, la pubblicità e la distribuzione dei troppi film che, negli spesso asfittici canali tradizionali, incontrano difficoltà enormi sia ad essere realizzati che a raggiungere il pubblico?
DOMANDA 11
Potrebbe presentare brevemente cinque film che, nel corso degli anni, l’hanno particolarmente colpita, influenzata, affascinata o che in definitiva (è pur sempre di passione che stiamo ragionando) più ha amato?



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