Una vita quella di Dacia
Maraini, che sembra la trama di un romanzo, per una scrittrice che è
una delle figure più importanti della letteratura italiana
contemporanea. Se ne sono accorte persino le istituzioni, nominandola
Cavaliere di Gran Croce al Merito della Repubblica Italiana.
Art. 1 - L’Italia è una
Repubblica democratica fondata sul lavoro. La sovranità appartiene
al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della
Costituzione)
Art. 48 - Sono elettori tutti
i cittadini, uomini e donne, che hanno raggiunto la maggiore età. Il
voto è personale ed uguale, libero e segreto. Il suo esercizio è
dovere civico… Il diritto di voto non può essere limitato se non
per incapacità civile o per effetto di sentenza penale irrevocabile
o nei casi di indegnità morale indicati dalla legge.
D -
Crede che il popolo italiano, nella
sua maggioranza, sia ancora sinceramente interessato ad esercitare il
proprio diritto alla sovranità o sia ormai rassegnato a delegare,
non avendo più volontà né di impegno né di partecipazione?
R – Non
credo che il popolo italiano si sia rassegnato alla delega cieca.
Credo che una parte degli italiani siano semplicemente male
informati. Ciò che arriva a chi non legge i giornali e i
libri, sono informazioni drogate e false. C’è per
fortuna una gran parte degli italiani che è indignata e
scandalizzata da questo modo di fare politica, ma non ha voce sui
mezzi di comunicazione più popolari. Basta andare sulla rete e si
sente quanto lo scontento stia scavando in profondità.
Art. 2 - La Repubblica
riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come
singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua
personalità, e richiede l’adempimento dei diveri inderogabili di
solidarietà politica, economica e sociale.
Art. 3 - Tutti i cittadini
hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza
distinzioni di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni
politiche, di condizioni personali e sociali. E’ compito della
Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che,
limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini,
impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva
partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica,
economica e sociale del Paese.
D -
In tempi di flussi migratori di
portata mai conosciuta in passato che comportano, nella quotidianità,
problemi di convivenza, sociali, economici e religiosi, i cittadini
(e la legge stessa) restano sensibili alla straordinaria forza ideale
di questi principi o la diffidenza verso chi è, in generale, diverso
sta prendendo il sopravvento?
R
– Direi che i principi degli
articoli 2 e 3 sono continuamente disattesi. Ma anche qui penso che
la responsabilità sia dei mezzi di comunicazione più popolari, che
stanno diffondendo l’idea di una Costituzione vecchia, da buttare a
mare.
Art. 2 - La Repubblica
riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come
singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua
personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di
solidarietà politica, economica e sociale.
Art. 3 - Tutti i cittadini
hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza
distinzioni di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni
politiche, di condizioni personali e sociali. E’ compito della
Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che,
limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini,
impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva
partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica,
economica e sociale del Paese).
D -
“Lodo Schifani” e “Lodo Alfano”, avevano come obiettivo il
rendere “diversamente uguali” di fronte alla legge alcune figure
di alto profilo della repubblica. Dichiarata l’incostituzionalità
di questi provvedimenti, si sostiene da più parti sia opportuno,
allo scopo di preservarne la straordinaria importanza istituzionale,
cercare un percorso costituzionale e condiviso per mantenere le più
alte cariche dello Stato sotto una sorta di campana di vetro rispetto
alla legge: lo ritiene giusto?
R
– Io credo fermamente che tutti i
cittadini sono uguali di fronte alla legge. Ma poiché, in nome della
maggioranza, si vuole passare a tutti i costi il principio della
disparità e dei privilegi del potere, certo è meglio fare una legge
ad personam, piuttosto che fingere di migliorare la situazione
uccidendo per sentenza tutti i processi, per salvarne uno solo. Fra
l’altro vorrei ricordare che in tanti anni di repubblica, nessun
governo ha mai sentito il bisogno di fare delle leggi per la difesa
speciale di chi governa. Nemmeno nei peggiori momenti di prepotenza
democristiana.
Art. 7 - Lo Stato e la Chiesa
cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani.
I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi. Le modificazioni
dei Patti, accettate dalle due parti, non richiedono procedimento di
revisione costituzionale.
Art. 8 - Tutte le confessioni
religiose, sono ugualmente libere davanti alla legge. Le confessioni
religiose diverse da quella cattolica hanno diritto di organizzarsi
secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l’ordinamento
giuridico italiano.
I loro rapporti con lo Stato
sono regolati per legge sulla base di intese con le relativa
rappresentanze.
D -
Dai grandi referendum degli anni ’70 fino al testamento biologico,
sono molti i temi etici che, generando conflitti tra convinzioni
laiche e precetti religiosi, hanno diviso e appassionato la pubblica
opinione. Quali pensa debbano essere i limiti (se ce ne sono), del
concetto di laicità dello Stato?
R
– Per
me la Chiesa deve essere decisamente separata dallo Stato. Ciascuno
nel suo ambito, con la sua libertà. Mentre oggi assistiamo alla
continua pretesa di intervento della Chiesa sulle questioni etiche di
un paese laico. Lì dove la Chiesa si sovrappone allo Stato, c’è
sempre censura e arbitrio. Basta leggere i libri di storia. Possibile
che tutte le grandi rivoluzioni, dal Risorgimento alla Rivoluzione
francese, dai Diritti dell'uomo alla laicizzazione dello Stato,
siano esperienze da buttare alle ortiche? Lo dico col massimo
rispetto per il sentimento religioso e per l'indipendenza della
Chiesa.
Art. 9 - La Repubblica
promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e
tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e
artistico della Nazione.
D - Il
Direttore Generale di una nota università, ha raccomandato a suo
figlio, affinché potesse costruirsi un futuro in linea con le
proprie aspettative, di lasciare il nostro Paese. In base alle sue
esperienze dirette lavorative e di studio, si sentirebbe di
consigliare ad uno studente la stessa cosa?
R
– Mi sono stupita anch'io
dell'uscita di quel Direttore. La trovo una idea suicida. Proprio
lui che dovrebbe difendere il pensiero e la ricerca italiana, spinge
suo figlio a emigrare! Siamo proprio alla resa più vile. E’
vero che le università italiane funzionano male, ma bisognerebbe
fare di tutto, specialmente da parte di chi ha delle responsabilità,
per accelerare le riforme, e non spingere i migliori ad andarsene,
come purtroppo accade da anni.
L’impoverimento
della nostra ricerca colpisce tutti, non solo gli intellettuali.
Art. 11 - L’Italia ripudia
la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e
come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali;
consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle
limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri
la pace e la giustizia tra le Nazioni; promuove e favorisce le
organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.
D -
Pensa che la politica estera del nostro Paese, dalla caduta del muro
di Berlino e l’instaurarsi di un nuovo ordine mondiale in poi, sia
stata e continui ad essere coerente con questo principio?
R
– Mi pare che stiamo dimenticando
completamente lo spirito della Costituzione che è la cosa più bella
che sia uscita da un governo italiano nei secoli. C'é voluta una
guerra disastrosa e una forte rinascita del sentimento etico e
di identità per arrivarci. Ora, in tempi di pace, ci sbrachiamo e
invochiamo leggi feroci contro gli stranieri, siamo fieri
di portare i nostri soldati all'estero, per guerre che dovremmo
rifiutare come inutili e aggressive. Non si è mai risolto niente con
le guerre.
Forse che
la guerra del Vietnam ha migliorato le cose nel paese?
Forse che la guerra, anzi le guerre in Iraq hanno contribuito a
eliminare il terrorismo internazionale? Forse che la guerra in
Afganistan ha liberato il paese dal fanatismo e dal terrore?
Art. 21 - Tutti hanno diritto
di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo
scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere
soggetta ad autorizzazioni o censure... La legge può stabilire, con
norme di carattere generale, che siano resi noti i mezzi di
finanziamento della stampa periodica. Sono vietate le pubblicazioni a
stampa, gli spettacoli e tutte le altre manifestazioni contrarie al
buon costume. La legge stabilisce provvedimenti adeguati a prevenire
e a reprimere le violazioni.
D -
Diverse organizzazioni internazionali, hanno classificato il nostro
Paese nelle posizioni di retrovia per quanto riguarda la libertà di
stampa e di espressione. In che misura è d’accordo con queste
sconsolanti valutazioni? Può Internet rappresentare una nuova
frontiera, per quanto riguarda l’informazione indipendente?
R
– Purtroppo devo dare ragione alle
organizzazioni internazionali che hanno classificato il nostro paese
in posizioni di retrovia rispetto alla libertà di stampa e di
espressione. L’autoritarismo non ha più bisogno di manganelli e
purghe per imporsi. Lo fa attraverso il controllo dei programmi
televisivi, attraverso l’uso subdolo e ricattatorio della censura,
attraverso la costante trasmissione di notizie false, attraverso la
denigrazione sistematica della magistratura, attraverso un clima
di intimidazione e minacce.
Art. 29 - La Repubblica
riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul
matrimonio. Il matrimonio è fondato sull’uguaglianza morale e
giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge a garanzia
dell’unità familiare.
D - Il
mutare dei costumi e delle relazioni sociali, ha favorito lo
svilupparsi di nuovi tipi di rapporto, riconosciuti in parte o non
riconosciuti affatto dalla legge, come unioni di fatto e unioni
omosessuali. Crede sia opportuno equipararli alla famiglia intesa in
senso tradizionale? E’ opportuno fare dei distinguo in materie come
adozione, assistenza sociale, reversibilità pensionistica?
R
– Il mondo cambia. Cose che erano
inconcepibili un secolo fa, diventano oggi realtà comuni. Conosco
una coppia di omosessuali (maschi) che stanno insieme da anni e di
recente hanno adottato un figlio. E’ una famiglia felice. Molto più
felice di tante famiglie eterosessuali. D’altronde in tutti gli
altri paesi d’Europa sono diritti ottenuti da tempo.
Art. 70 - La funzione
legislativa è esercitata collettivamente dalle due Camere.
Art. 101 – La giustizia è
amministrata in nome del popolo. I giudici sono soggetti soltanto
alla legge.
Art. 104 – (La magistratura
costituisce un ordine autonomo e indipendente da ogni altro potere
...).
D -
Della funzione legislativa deve farsi carico la politica, mentre
amministrare la giustizia è compito della magistratura, anche se
assistiamo quotidianamente a reciproche e più o meno marcate accuse
di ingerenza. Secondo lei queste invasioni di campo esistono? E il
loro eventuale manifestarsi, rappresenta un rischio reale per la
convivenza democratica?
R –
Credo che la magistratura nel suo
insieme faccia il suo dovere. Dovere durissimo, perché fatto in
condizioni difficili. Vengono accusati di non lavorare quando la
maggior parte rischia addirittura la vita per stare sul posto di
lavoro. Si trovano a combattere contro qualcosa di molto difficile
da individuare come i rapporti segreti e nascosti delle mafie con la
politica.
Quando
fanno arrestare i criminali va tutto bene: evviva la
magistratura! Quando invece scoprono che molti politici si
sono serviti delle mafie per accaparrare voti, per stabilire accordi
clandestini, subito arrivano valanghe di improperi e insulti. Una
vera riforma è proprio necessaria. Ma una riforma nell’interesse
di tutti, con investimenti adatti allo scopo e una visione d’insieme.