Mario Monicelli maestro
riconosciuto della settima arte, con le sue amatissime ed
universalmente note opere, ha contributo in maniera fondamentale a
far conoscere ed apprezzare il cinema italiano nel mondo.
Art. 1 - L’Italia è una
Repubblica democratica fondata sul lavoro. La sovranità appartiene
al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della
Costituzione)
Art. 48 - Sono elettori tutti
i cittadini, uomini e donne, che hanno raggiunto la maggiore età. Il
voto è personale ed uguale, libero e segreto. Il suo esercizio è
dovere civico… Il diritto di voto non può essere limitato se non
per incapacità civile o per effetto di sentenza penale irrevocabile
o nei casi di indegnità morale indicati dalla legge.
D -
Crede che il popolo italiano, nella
sua maggioranza, sia ancora sinceramente interessato ad esercitare il
proprio diritto alla sovranità o sia ormai rassegnato a delegare,
non avendo più volontà né di impegno né di partecipazione?
R –
Ritengo che il popolo italiano nella sua
maggioranza non sia più interessato. In parte perché l’andamento
politico degli ultimi dieci/quindici anni è superficiale, personale,
fatto solo di competizioni, di opposizioni, di malcostume e in parte
perché la classe dirigente di questa penisola è interessata solo a
cose di carattere superficiale come una vacanza alle Bahamas, il
lusso, cose di spettacolo, di consumo e basta. E’ soddisfatta se
pensa al tornaconto personale, con le conseguenze che stiamo vedendo.
Art. 2 - La Repubblica
riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come
singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua
personalità, e richiede l’adempimento dei diveri inderogabili di
solidarietà politica, economica e sociale.
Art. 3 - Tutti i cittadini
hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza
distinzioni di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni
politiche, di condizioni personali e sociali. E’ compito della
Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che,
limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini,
impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva
partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica,
economica e sociale del Paese.
D -
In tempi di flussi migratori di
portata mai conosciuta in passato che comportano, nella quotidianità,
problemi di convivenza, sociali, economici e religiosi, i cittadini
(e la legge stessa) restano sensibili alla straordinaria forza ideale
di questi principi o la diffidenza verso chi è, in generale, diverso
sta prendendo il sopravvento?
R –
Non siamo pronti ad accoglierli in
nessuna maniera, non siamo mai stati pronti ad accoglierli in nessun
momento della nostra storia. Siamo stati educati a considerare lo
straniero in maniera assolutamente distorta, come qualcuno
appartenente addirittura ad un altro mondo. Mi ricordo che da bambino
l’uomo nero era il terrore, il pericolo; se volevano spaventarti ti
dicevano dell’uomo nero. Mi ricordo che negli Stati Uniti i neri
parlavano con i bianchi come se fossero degli imbecilli, coi verbi
all’infinito, si padrone, come delle persone di casta inferiore.
Così siamo stati abituati. E la classe dirigente cerca di abituarci
a una sempre maggiore estraneità verso lo straniero, quello che
parla un’altra lingua, che ha altri costumi, altre abitudini. Ci
deve essere il sospetto verso lo straniero.
Art. 2 - La Repubblica
riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come
singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua
personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di
solidarietà politica, economica e sociale.
Art. 3 - Tutti i cittadini
hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza
distinzioni di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni
politiche, di condizioni personali e sociali. E’ compito della
Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che,
limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini,
impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva
partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica,
economica e sociale del Paese).
D -
“Lodo Schifani” e “Lodo Alfano”, avevano come obiettivo il
rendere “diversamente uguali” di fronte alla legge alcune figure
di alto profilo della repubblica. Dichiarata l’incostituzionalità
di questi provvedimenti, si sostiene da più parti sia opportuno,
allo scopo di preservarne la straordinaria importanza istituzionale,
cercare un percorso costituzionale e condiviso per mantenere le più
alte cariche dello Stato sotto una sorta di campana di vetro rispetto
alla legge: lo ritiene giusto?
R –
Certamente che non è giusto! La
verità è che è stato creato a suo tempo, nella prima Repubblica,
il principio che un parlamentare potesse essere processato solo col
consenso del Parlamento; ma quella Repubblica, quella società,
avevano un’altra idea della Costituzione, del rispetto della legge,
un’altra moralità. Quindi potevano anche avere questo tipo di
privilegio; quello che è avvenuto in seguito, con le generazioni
seguenti, soprattutto dopo Tangentopoli è inaccettabile! Non ci sono
persone che possano essere al di sopra della legge, anche solo per
un’ora!
Art. 7 - Lo Stato e la Chiesa
cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani.
I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi. Le modificazioni
dei Patti, accettate dalle due parti, non richiedono procedimento di
revisione costituzionale.
Art. 8 - Tutte le confessioni
religiose, sono ugualmente libere davanti alla legge. Le confessioni
religiose diverse da quella cattolica hanno diritto di organizzarsi
secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l’ordinamento
giuridico italiano.
I loro rapporti con lo Stato
sono regolati per legge sulla base di intese con le relativa
rappresentanze.
D -
Dai grandi referendum degli anni ’70 fino al testamento biologico,
sono molti i temi etici che, generando conflitti tra convinzioni
laiche e precetti religiosi, hanno diviso e appassionato la pubblica
opinione. Quali pensa debbano essere i limiti (se ce ne sono), del
concetto di laicità dello Stato?
R –
Non ce ne dovrebbero essere. Comunque
bisogna anche considerare che la cattolicità di questo nostro Stato,
di questa penisola italiana, è stato un valore importante per tutto
il medioevo e per tanti secoli della nostra storia e della nostra
cultura. Soltanto che adesso questi valori non sono più difendibili
in toto e in assoluto e quindi bisogna dar loro l’importanza che
debbono avere per quanto riguarda un corretto scorrere della propria
vita, ma non più di tanto soprattutto nel pensare che ci sia un
essere superiore che guardi, faccia, che condivida, che non
condivida, che regoli i nostri atti e i nostri pensieri.
Art. 9 - La Repubblica
promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e
tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e
artistico della Nazione.
D - Il
Direttore Generale di una nota università, ha raccomandato a suo
figlio, affinché potesse costruirsi un futuro in linea con le
proprie aspettative, di lasciare il nostro Paese. In base alle sue
esperienze dirette lavorative e di studio, si sentirebbe di
consigliare ad uno studente la stessa cosa?
R
– Non solo mi sentirei, lo faccio!
Cerco di spingere mia figlia a portare il proprio talento, se ne ha,
la propria convinzione di vita, quello che spero abbia imparato da
me, fuori dall’Italia, dove troverà, spero, migliori condizioni
per svilupparsi. Ammesso che è molto difficile anche questo, perché
è dura non soltanto in Italia, ma è tutto il mondo occidentale che
mi sembra stia andando alla catastrofe e alla rovina. Comunque deve
tentare la sua sorte fuori dell’Italia!
In un
paese più meritocratico, fuori dall’occidente, in India o in
Brasile magari.
Art. 11 - L’Italia ripudia
la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e
come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali;
consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle
limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri
la pace e la giustizia tra le Nazioni; promuove e favorisce le
organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.
D -
Pensa che la politica estera del nostro Paese, dalla caduta del muro
di Berlino e l’instaurarsi di un nuovo ordine mondiale in poi, sia
stata e continui ad essere coerente con questo principio?
R
– Sono contrario alla guerra,
certamente, come mezzo di risoluzione dei conflitti o di costrizione
degli altri popoli, ma non sono contrario quando ci si debba
difendere dagli insulti e da orribili concezioni come quelle fasciste
e razziste, Per fortuna c’è stata la guerra e per fortuna l’hanno
persa proprio il fascismo e il nazismo!
Art. 21 - Tutti hanno diritto
di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo
scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere
soggetta ad autorizzazioni o censure... La legge può stabilire, con
norme di carattere generale, che siano resi noti i mezzi di
finanziamento della stampa periodica. Sono vietate le pubblicazioni a
stampa, gli spettacoli e tutte le altre manifestazioni contrarie al
buon costume. La legge stabilisce provvedimenti adeguati a prevenire
e a reprimere le violazioni.
D -
Diverse organizzazioni internazionali, hanno classificato il nostro
Paese nelle posizioni di retrovia per quanto riguarda la libertà di
stampa e di espressione. In che misura è d’accordo con queste
sconsolanti valutazioni? Può Internet rappresentare una nuova
frontiera, per quanto riguarda l’informazione indipendente?
R
– Mi risulta difficile rispondere a
questa domanda, prima di tutto perché ritengo che in Italia la
libertà di stampa sia fasulla e condizionata dal potere di chi la
comanda, banche, grandi imprese e grandi capitali. Quindi se la
libertà è condizionata non è quella vera, che consente a qualsiasi
persona libera e indipendente di far sentire la propria voce. Per
quanto riguarda internet non lo conosco e non posso rispondere, Non
posseggo un computer, non posseggo un cellulare, non posseggo un
televisore: non posseggo niente!
Art. 29 - La Repubblica
riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul
matrimonio. Il matrimonio è fondato sull’uguaglianza morale e
giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge a garanzia
dell’unità familiare.
D - Il
mutare dei costumi e delle relazioni sociali, ha favorito lo
svilupparsi di nuovi tipi di rapporto, riconosciuti in parte o non
riconosciuti affatto dalla legge, come unioni di fatto e unioni
omosessuali. Crede sia opportuno equipararli alla famiglia intesa in
senso tradizionale? E’ opportuno fare dei distinguo in materie come
adozione, assistenza sociale, reversibilità pensionistica?
R
– In senso tradizionale no, perché
tradizionali non sono. Però che ci sia un contratto col quale due
persone dello stesso sesso che vogliano garantirsi l’uno con
l’altro le proprie disponibilità, penso che sia molto opportuno,
ovvio e civile.
Art. 70 - La funzione
legislativa è esercitata collettivamente dalle due Camere.
Art. 101 – La giustizia è
amministrata in nome del popolo. I giudici sono soggetti soltanto
alla legge.
Art. 104 – (La magistratura
costituisce un ordine autonomo e indipendente da ogni altro potere
...).
D -
Della funzione legislativa deve farsi carico la politica, mentre
amministrare la giustizia è compito della magistratura, anche se
assistiamo quotidianamente a reciproche e più o meno marcate accuse
di ingerenza. Secondo lei queste invasioni di campo esistono? E il
loro eventuale manifestarsi, rappresenta un rischio reale per la
convivenza democratica?
R –
Per principio, sono sempre con la
magistratura! Per me la magistratura non sbaglia mai e quando sbaglia
è capace di trovare al suo interno i modi per proteggersi e per
punire coloro che hanno trasgredito. Quindi, in questa
contrapposizione, sarò sempre dalla parte della magistratura, che
cerca di difendersi come può per non essere condizionata dal potere
politico, che fa di tutto invece per condizionarla.